Accedi

Come percepiamo la realtà?

Una puntata sulle varie tecniche di PNL: la Ristrutturazione

Psicologia-PNL di Terry Bruno

Analizziamo secondo la PNL i condizionamenti e la modalità con cui si dà un’accezione negativa alle cose. Ma si può trasformare il nostro modo di vedere?

Il nostro modo di percepire la realtà è dovuto alle nostre esperienze, credenze, e la nostra visione del mondo condiziona il significato che diamo a ciò che accade. Il nostro relazionarci con il mondo esterno è la conseguenza di una serie di filtri che selezionano le informazioni che provengono dall’esterno, sulla base del nostro background culturale e affettivo e danno una struttura soggettiva alla realtà.

È come avere di fronte un quadro dentro una cornice, lo osserviamo e gli diamo un certo significato, ma se gli cambiamo la cornice ecco che il quadro ci appare diverso, eppure è sempre lo stesso. È cambiato solo il nostro modo di vedere il quadro. È bastato cambiare la cornice per cambiare il nostro approccio, il nostro modo di pensare, la nostra prospettiva.

Come In PNL si parla di Ristrutturazione, una tecnica che consente di ricodificare la realtà di una persona, cambiando la struttura delle cose e di conseguenza il significato. Noi non possiamo cambiare ciò che è avvenuto o avviene, ma possiamo cambiare la percezione di ciò che accade, cioè il significato della realtà.

Cambiare il significato significa modificare l’effetto di una comunicazione, di un comportamento, di un evento. Lo psicologo Paul Watslawick, infatti, sosteneva che la ristrutturazione è una “nuova definizione” della realtà. Essa permette di ampliare il rapporto con la realtà, potenziando le capacità di scelta, visione, di azione di una persona. Cambiare cornice al quadro significa cambiare cornice ai nostri ricordi, alle nostre esperienze, e lo scopo è di inviare al cervello stimoli diversi che influiscano positivamente sugli stati d’animo e sui comportamenti a essi associati.

La Ristrutturazione è utile per affrontare e rispondere alle critiche, per gestire conflitti, per trovare alternative a situazioni disfunzionali, per motivare o motivarsi. Amleto diceva: “Una cosa non è giusta o sbagliata, ma è il significato che le si dà che la rende tale”.

Le conseguenze del nostro modo di percepire

Quando ci troviamo di fronte a una situazione o a un interlocutore tendiamo a esprimere un giudizio, positivo o negativo, in base ai nostri costrutti che si sono formati nel tempo. Raramente pensiamo che ciò che condiziona il nostro agire, il nostro pensiero è il significato che diamo alle cose. La conseguenza di questo nostro percepire è un disagio psicologico o emotivo che non è determinato dalla situazione, dall’evento, ma proprio dall’interpretazione soggettiva che effettuiamo. Nulla ha un significato assoluto. Ciò che è negativo per me non lo è per un’altra persona.

Supponiamo che il mio collega non mi parli, per cui io penso che il suo non parlare significa che non mi considera. Abbiamo creato una relazione con un unico significato che è la conseguenza di esperienze passate, di un background, che crea un automatismo e alimenta un circolo vizioso da cui si ha difficoltà a uscirne.
Ma il tacere può avere vari significati: timidezza, discrezione, timore, incomprensione… Se il significato fosse solo quello di non essere considerato, dovremmo allora pensare che tutti coloro che non parlano, non considerano chi hanno di fronte, o tutte le volte che noi non parliamo non vogliamo considerare l’altro. La Ristrutturazione serve, quindi, ad ampliare le possibilità di significato, e quindi di scelta.

Acquisire una nuova visione d’insieme

La tecnica della Ristrutturazione stimola il cosiddetto “pensiero laterale” o pensiero creativo. Per capire meglio questo concetto pensate alle figure ambigue, ad esempio quella in cui potete vedere due volti o un calice.
La creatività ci aiuta a passare dal calice ai due volti e viceversa e questo comporta una ristrutturazione dei dati in vista di una nuova visione d’insieme.

Un esempio di ristrutturazione lo ritroviamo nel film La vita è bella con Roberto Benigni che interpreta Guido, portato insieme al figlio Giosuè in un lager. Per evitare al figlio di vivere l’orrore del lager nazista e la conseguente paura, Guido trasforma la situazione in un gioco, in cui avrebbero dovuto affrontare una serie di prove difficili per vincere un meraviglioso premio finale, un carro armato. In questo modo Guido riesce a salvare Giosuè.2 tipi di Ristrutturazione: contesto e contenuto
Nella Ristrutturazione di contesto si porta il soggetto a considerare un altro contesto in cui un comportamento potrebbe essere considerato positivo o utile, o apparire con un aspetto diverso. Ad esempio se un genitore si lamenta che i figli fanno chiasso, portano sempre amici a casa e non si sta mai in pace, si può allora fare vedere loro la cosa diversamente, cioè che la confusione significa che i figli stanno bene, che lui non è solo e, visualizzando la casa senza chiasso, senza nessuno, ciò che resta è la solitudine. La confusione allora per il genitore diventa più sopportabile.La Ristrutturazione di contenuto, permette di trovare nuove possibilità, interrompendo delle abitudini di pensiero che inducono ad affrontare la vita sempre allo stesso modo. Ad esempio, sono in vacanza con il mio partner e fuori diluvia. Potrei arrabbiarmi sentendomi iellata o progettare una bella cenetta…
I politici ristrutturano continuamente le cose che discutono, per sostenere ciò che dicono. Le metafore offrono tantissime ristrutturazioni, perché portano il lettore a vedere le cose da angolazioni diverse.Un’antica storia taoistaConcludo con un’antica storia taoista che racconta di un contadino che viveva in un povero villaggio di campagna. Era considerato benestante perché aveva un cavallo con cui poteva arare e spostarsi.
Un giorno il suo cavallo scappò e i suoi vicini commentarono con gravità l’accaduto, ma il contadino disse solamente “Forse”. Qualche giorno dopo il cavallo ritornò e portò con sé altri due cavalli. I vicini si congratularono per la buona sorte, ma il contadino rispose: “Forse”.
Il giorno dopo il figlio del contadino cercò di cavalcare uno dei cavalli, ma fu disarcionato e si ruppe una gamba. Anche questa volta, il contadino, alla compartecipazione alla sventura dei vicini, rispose: “Forse”. La settimana dopo arrivarono al villaggio dei funzionari dell’esercito per portare via dei giovani uomini da reclutare nell’esercito. Scartarono così il figlio del contadino per la gamba rotta. Quando i vicini gli dissero quanto forse fortunato, il contadino rispose: “Forse”.Potete sempre scegliere di ristrutturare, di pensare in modo diverso, di scegliere il vostro stato d’animo. Siete voi i protagonisti della vostra vita!

La foto di copertinaFoto di Pexels da Pixabay

Che cos'è l'Alessitimia?

Come si comportano i soggetti alessitimici in una relazione? Cosa possiamo fare? Scopriamolo all’interno di questo video…

Corso di specializzazione "Migrazione, Integrazione e Democrazia"

Il 4 ottobre è iniziato il Corso di Specializzazione su “Migrazioni, integrazione e democrazia”, il 18 ottobre interverrò parlando dell’Hate Speech (linguaggio dell’odio) e delle sue conseguenze.
Per tutti coloro che volessero partecipare, le iscrizioni sono ancora aperte. Vi allego il programma.

Le emozioni

Inizia un viaggio nelle EMOZIONI… Attraverso questi video avremo la possibilità di osservare la loro influenza sulla nostra psiche e il loro rapporto con l’arte e con i colori. Verranno offerti anche TECNICHE e SPUNTI per viverle in modo migliore, imparando ad utilizzarle come propulsore e non come freno all’interno delle nostre vite. Buona visione!

A un metro da te

Come ci si può amare senza toccarsi, senza un bacio o una carezza? È quanto affrontano i protagonisti di “A un metro da te“, il film di Justin Baldoni, ispirato all’omonimo romanzo (Mondadori) di Rachael Lippincott che tratta il tema della fibrosi cistica, malattia che impedisce il contatto fisico. E quindi anche il tema della vita e della morte, della necessità del rispecchiamento materno e di come la rete, in questo caso, possa aiutare.  Argomenti che la psicoterapeuta Terry Bruno suggerisce per fare “terapia in sala” …

È in sala (dal 21 marzo per Notorious Pictures) il film diretto da Justin Baldoni, A un metro da te, tratto dall’omonimo romanzo di Rachael Lippincott, tradotto da Mondadori.

È una storia d’amore tra due ragazzi affetti da fibrosi cistica, malattia che non permette loro di avere alcun contatto, ma di mantenere una distanza di sicurezza di due metri.

Un film pieno di emozioni che tratta varie tematiche alquanto complesse come il senso della vita e della morte, la malattia e le sue regole, l’amore, un sentimento visto in un modo diverso e come sia possibile viverlo anche senza quel contatto fisico così importante e primordiale.

Una connessione sentimentale creata intorno a presupposti diversi dal “contatto fisico” che è il primo atto di comunicazione che avviene alla nascita. Le carezze, gli abbracci hanno un potere speciale, il potere di comunicare l’affetto e i sentimenti che, già da piccolo, il bambino riesce a comprendere, ricevere e interiorizzare.

Avere un contatto fisico significa entrare nella zona intima, quella in cui tutti siamo più vulnerabili, che ci aiuta a sentire più vicina l’altra persona e così aumenta la nostra empatia verso di lei/lui, e il rispetto per le sue emozioni e sentimenti. E allora è possibile amare qualcuno senza sfiorarsi, sentire il calore dell’altro sotto le proprie mani? E come dice Stella (interpretata da Haley Lu Richardson), la protagonista: “Contatto fisico. Abbiamo bisogno di quel contatto con la persona che amiamo quasi quanto il bisogno di respirare. Non l’ho capito fino al momento in cui non ho più potuto averlo”.

Come spesso accade ci si rende conto di quanto qualcosa o qualcuno siano importanti quando non si ha più la possibilità di averli e allora si riesce a scoprire un altro modo per sopravvivere. Stella e Will (Cole Sprouse) s’innamorano senza mai toccarsi e il loro amore è così speciale perché nasce con la consapevolezza che ci sono infiniti modi per stare insieme, anche senza toccarsi.

È il condividere emozioni, dolori, paure, ma anche gioia, divertimento che porta a quell’intimità che ognuno di noi dovrebbe sperimentare. Il godere di ogni attimo che la vita ti offre, il vedere le luci, il paesaggio, il sentire l’aria che penetra dentro di te e ti accarezza, l’ascoltare il silenzio e quei rumori a cui spesso non dai ascolto.

Questo è assaporare la vita. E te ne rendi conto solo quando stai lì per perderla e magari hai desiderato di farlo, perché non c’era uno scopo che giustificasse la necessità di non farlo. Ma nel momento in cui incominci a vedere le cose diversamente, da un altro punto di vista, in cui ti rendi conto che aprirti al mondo ti fa sentire vivo, ecco che ogni momento acquista un sapore diverso.

Ed è proprio quello che Stella ha fatto con Will, gli ha insegnato a sperare, a dare valore a se stesso, alla sua vita, che c’è altro da sperimentare, stravolgendogli la sua visione del mondo. È un incontro tra due mondi diversi che riescono a integrarsi perché si hanno degli obiettivi comuni supportati dalla forza dell’amore.

Stella è l’espressione di una generazione post-millennial che utilizza il vlog o “video-blog”, una sorta di diario personale sottoforma di video, pubblicato su YouTube. Questo modo di comunicare è una sorta di appagamento nell’essere visti e considerati. È quel senso di benessere e sensazione che percepisce il neonato, nel rispecchiarsi negli occhi della madre non vivendo un’identità separata da lei. In questo modo sperimenta la propria esistenza.

Secondo Winnicott, pediatra e psicanalista, se il rispecchiamento materno risulta essere positivo si possono mettere le basi per la nostra sicurezza, autostima, e avere fiducia in noi stessi. Se invece il rispecchiamento risulta essere carente si svilupperà una sensazione d’inadeguatezza, sperimentando un senso di rabbia e angoscia in seguito alle emozioni negative provenienti dalla madre.

In questo caso ci sarà la ricerca negli altri di qualcosa che possa riempire quel vuoto interiore e così la rete diventa un sostituto degli occhi della madre nella primissima infanzia e permette di sentirsi un po’ importanti come non lo si è mai stati.

Davanti all’obiettivo Stella racconta la sua verità, in modo ironico, ma anche solare, un modo utile a se stessa per elaborare la sua malattia e agli altri come lei per non sentirsi soli. Ed ecco che YouTube assume una connotazione diversa, diventa uno strumento per abbattere le barriere, e favorire il contatto, quel contatto che in soggetti come Stella e Will viene negato, per una loro protezione.

Attraverso il cellulare, l’IPad, lo schermo del computer, nasce quella connessione e quella conoscenza che va oltre il semplice contatto. È un gioco di sguardi, di sorrisi, ma anche di accettazione di se stessi, della propria esistenza, del proprio corpo pieno di cicatrici, che non per questo può perdere la sua sensualità, perché tutto nasce da come si percepisce l’altro, dal significato che gli viene dato, da quell’emozione che può creare quel piacere di sfiorarsi mentalmente attraverso lo sguardo, dando vita a qualcosa di magico. A questo punto le distanze improvvisamente si riducono e si dissolvono. A volte gli amori più grandi sono quelli che non iniziano con un colpo di fulmine ma superando insieme gli ostacoli.

A un metro da te è un inno alla vita, ma anche all’amicizia e all’amore, di come si possa stare vicini solamente rimanendo uniti. È un film che ci fa riflettere su quanto si può essere fortunati nel poter toccare, baciare e stringere tra le braccia coloro che amiamo, e quanto sia importante lasciarsi andare alle emozioni, vivere il presente anche nell’incertezza del futuro, ma soprattutto godere di ogni attimo che la vita ci offre e di non dare nulla per scontato.

Combattiamo il Bullismo e il Cyberbullismo!

Continua la battaglia contro il bullismo! come poter fare? Impariamo a prevenirlo!

La Earth da molti anni si impegna ad informare e ad assistere i ragazzi nelle scuole.

Questa è una foto del 21 febbraio 2019 dell’intervento della Dottoressa Terry Bruno e del Dottore Jean-Luc Giorda con i ragazzi di II e III media nell’istituto di Alatri.

Psicologia del cliente

Continua la grande esperienza con la scuola “Intrecci”, i ragazzi approdano ai principi della psicologia per poter far emergere le loro capacità. Grazie

In attesa dei corsi in PNL

In occasione dell’inizio dei corsi in PNL, vi vorremmo segnalare un articolo di “La Repubblica” del 1 settembre, relativo all’intervista effettuata a una professionista che ha frequentato i nostri tre livelli di Programmazione Neurolinguistica, sottolineando l’importanza del percorso formativo effettuato nella nostra Associazione. I corsi in PNL ci aiutano a riscoprire quelle potenzialità presenti dentro di noi; a individuare le credenze e le convinzioni limitanti che condizionano la nostra vita e a ristrutturare i comportamenti che portano all’insorgenza di un sintomo. Permette inoltre di riprodurre quel tipo di comportamento che è alla base di una comunicazione efficace e di qualità.

Per info: earthnlp@gmail.com

www.earth-nlp.com

Relazione d'aiuto nelle situazioni di crisi

La Dott.ssa Terry Bruno ha parlato della “Relazione d’aiuto nelle situazioni di crisi” a un gruppo di studenti dell’Università Europea di Roma in occasione di una missione nelle zone terremotate di Amatrice. Gli studenti saranno accompagnati da Padre Lorenzo e dalla consacrata Cecilia B..
Il loro obiettivo è stato quello di avere degli strumenti per poter interagire nel migliore modo possibile con coloro che vivono ancora in una condizione di non perfetto agio.

L'invenzione del reale tra percezione soggettiva, memoria e immaginazione

Sabato 7 luglio, la Dott.ssa Terry Bruno parteciperà alla tavola rotonda “L’invenzione del reale tra percezione soggettiva, memoria e immaginazione”, nell’ambito del Festival dei due mondi a Spoleto.