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III Incontro

 Tango e dinamiche di coppia

Sono molte le difficoltà che affrontiamo quando, per la prima volta, incontriamo l’altro sesso. Perché è spesso anche la prima volta che facciamo realmente i conti con noi stessi, chi siamo e che cosa stiamo diventando veramente. Poi perché impariamo ad accettare il diverso da noi: diverso nel corpo, diverso nel pensiero, diverso nel sentimento. Nemmeno un alieno potrebbe sembrarci più diverso di un uomo, se siamo donne, di una donna se siamo uomini. Eppure scopriamo che quella stessa diversità che ci rende tanto difficile comunicare, che ci indispettisce tante volte, noi la desideriamo. È il desiderio che ci spinge, e non è solo desiderio fisico, del contatto corporeo. È il desiderio del confronto e della collaborazione. Di tutto quel che l’altro, l’altra, è e noi non siamo. Lo chiamiamo spesso un desiderio di completezza. Ma è una razionalizzazione inutile. È il bisogno assoluto di superare i nostri limiti, di uscire dal quella vera gabbia che è il nostro io, il nostro narcisismo diciamo pure, e riconoscere l’altro per essere a nostra volta riconosciuti.
L’incontro di un uomo e di una donna è quindi una delle sfide comunicative più grandi che abbiamo di fronte nella nostra esistenza. Dobbiamo imparare a prendere decisioni, a progettare, a pensare e a sentire, in una parola a camminare nella vita, non più concentrati solo su noi stessi, ma tenendo presente l’altra personalità, i suoi desideri e sentimenti, le sue aspirazioni, gusti e bisogni.

Per riuscire in questa sfida dobbiamo imparare molte cose nuove. Eccone solo alcune:

  • a mettere attenzione alla persona che abbiamo davanti, prima di ogni altra cosa, di ciò che lui o lei è, e non di quel che io vorrei che fosse.
  • ad avere stima di sè , ma anche dell’altro, e di quello che costituisce la nostra storia comune.
  • la lealtà e il realismo, per scoprire i pregi ma riconoscere i difetti, e per scoprire il tesoro della confidenza reciproca dei nostri sentimenti profondi.
  • la gioia del dono di sé, perché se non sappiamo donare non sappiamo nemmeno ricevere, e di fare qualcosa noi perché l’altro possa a sua volta fare quel che vuole.

Amarci insomma è un’arte che si impara, come la danza. Come il tango. Si acquisisce giorno per giorno, sbagliando e riprovando.
Per questo proprio il tango vi vogliamo proporre oggi come metafora di questo percorso, e come strumento per mettere alla prova e affinare, o per cominciare a studiare se non l’abbiamo mai fatto prima, la comunicazione di coppia.
Perché il tango, tra tutti i balli di coppia, è quello che più esalta il maschile e il femminile. Il che spiega buona parte del suo successo.
Uomo e donna hanno passi e ruoli diversi, ma profondamente complementari, intrinsecamente dipendenti l’uno dall’altro: il risultato del ballo dipende dal livello complessivo della coppia, e ancora di più dal livello della comunicazione nella coppia.

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Bisogna connettersi con il partner, stare nella musica, conoscere i passi ma mai eseguirli da soli. Se uno di questi tre elementi viene a mancare il ballo non riesce o riesce male. Nella relazione, come nel tango, uomo e donna hanno la stessa importanza non importa se i ruoli – di volta in volta – sono diversi. Come nella vita, il trucco, alla fine è nel saper camminare insieme, senza correre avanti, senza restare indietro. Senza appoggiarsi all’altro, ma senza far mancare il proprio sostegno. Il tango, si dice, è una storia d’amore in tre minuti. Direi di più: è una vita insieme in tre minuti. Che comprende, qualche volta, anche la prova più difficile che è quella di lasciar andare via l’altro, anche dopo un tango così intenso che ci ha mozzato il fiato per l’emozione. Approccio, seduzione, incontro, separazione. Tutto si svolge nel giro di pochi minuti. Che ci possono insegnare moltissimo. Un tango dura qualche minuto, ma in quel breve tempo si possono individuare molte delle dinamiche di coppia che mettiamo in atto nella vita.

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